Critiche

Accostarsi alle opere di Angela Betta Casale è come fare un viaggio meraviglioso che conduce oltre i confini del sogno.  L’Autrice padroneggia il colore e la materia, diventandone complice e amica, trascinando la tela, il legno, l’oro, la porpora in un gioco creativo di luci ed ombre, trasformando il reale nel mondo impalpabile del fantastico. Le tele di Betta Casale sono dei veri e propri mondi sconosciuti, che si aprono all’occhio incuriosito ed affascinato come finestre arcane mostrando angoli e scorci immaginifici, che stimolano la fantasia, l’allettano, la spingono a porsi domande e ad inventare risposte. Le visioni di città antiche, lunari, dolci, inquietanti ci parlano di terre lontane, create dalla magia. Portali che si aprono sul nulla, finestre come occhi ombreggiati, pieni di promesse. A seconda del mutare della luce pare modificarsi la natura stessa del quadro, tanto da vedere di sfuggita, come il lampo di un’idea, personaggi che sgusciano tra coni d’ombra, porte che si socchiudono, una vita sotterranea che brulica e si espande. Sono villaggi racchiusi da mura possenti, su cui svettano case incantate, trasfigurate dall’occhio immaginifico della pittrice. I volti delle sue dame, eroine e guerriere di purezza stilistica rara, sono un rinnovato invito al viaggio. I loro sguardi dolci e fieri, la loro saggezza antica e lo sfrontato coraggio sono il canto suadente di una sirena che attira il viaggiatore trascinandolo con sé. Intrecci di mandala arcani sovrastano e si intersecano con i volti delle donne, ed ecco che la mente si trova ancora a cavalcare su altri scenari, su altri mondi, alla ricerca di una vita oltre quella vagheggiata. Il volto purissimo squarcia la tela, ma cosa si intravede nel suo ‘oltre’? Forse un guerriero efferato che sguaina la spada per l’ultimo duello o, forse, i corpi straziati e martoriati di un intero esercito che ha dato il suo ultimo addio alla regina indomita. O ancora le coltri profumate di un’alcova segreta dove la dea celebrerà il suo rito di amore e di passione. I visi fatati e magnetici creati dall’Artista sono il paradigma di tutto quello che le donne sono,  vorrebbero essere o un giorno saranno. Sono l’ideale bramato dal poeta concupito dal vanesio, temuto dal pavido.

            Angela Betta Casale intinge i suoi pennelli su di una tavolozza proveniente da un regno trasognato e inquieto, e con la magia racchiusa nelle sue sagge mani, ecco che crea non tavole, non quadri, non disegni ma mondi reali, che nutrono di vivifica linfa le nostre anime assetate di infinito.

Elisa Bergamino

Fiabe. Anche inquietanti.
            Immagini che riflettono storie recuperate nella notte dei tempi e che muovono con lucida intelligenza fra le suggestioni dell’antica civiltà celtica e il fascino del mondo medioevale.
            Dominano le penombre, fra misurati contrasti di colore e “oscurità” che si aprono senza chiasso a immagini arrivate da zone di mistero.

            Su cui buon gioco di contrasto ha il frequente utilizzo della “doratura” e di soluzioni materiche che rendono estremamente attuali e “moderne” le fiabe pittoriche dell’artista torinese.

            Fra le particolarità che meglio caratterizzano la sua scrittura, la riproduzione di vecchi muri e l’utilizzo di “supporti” antichi – e autentici – che permettono l’affiorare dalla tela di emozioni e memorie di indubbio fascino e suggestione.
            Ed é qui che il grande amore dell’artista per la cultura celtica e medioevale trova spazio ideale di espressione pittorica. E di rinnovato approfondimento culturale.

                                                                                                                 Gianni Milani

Sono visi di donna. I lavori di betta casale Angela hanno una predilezione innegabile per i visi femminili. Sono volti molto belli, ma non sono belli perchè sono semplicemente belli, bensì perché l’espressione del viso e sopratutto degli occhi trasmette qualcosa di magico, di incantato, di antico o –  forse? –  più semplicemente di “già visto” ? Qualcosa che ci ricorda lo sguardo amorevole e stupito degli occhi di mamma?
        Sono occhi che indagano (Dama del drago), occhi che ti seguono (Oltre il muro), occhi che ti accarezzano (La ricamatrice di sogni, Aspettando l’alba), occhi attenti (La materia dei sogni), occhi grandi, lucenti e luccicanti (Alma mater), occhi determinati (LIbertà), occhi che sperano e cercano stupiti, affascinati e affascinanti (Specchio delle mie brame), occhi tristi e affaticati (Il tocco dell’angelo).
        Sotto un aspetto esteriore di visi di bambola, perfetti, regolari e laccati, si celano emozioni intense che non ci lasciano indifferenti: pare quasi di “sentire”  il sentimento dietro gli sguardi e le emozioni sottese.

(F. Lucertini, Settembre 2009)

            Per questo l’universo pittorico di Angela Betta Casale è come un viaggio nel noto e nell’ignoto, nella fantasia visionaria di Tolkien come nella più antica cultura del mondo e dell’uomo, alla continua ricerca di risposte sull’esistenza, sulla vita, sull’Universo.

                                                                                                      Guido Folco

Nelle luci del nord, nelle notti celtiche e lontane, oro e bronzo sfavillano sui monili di druidi e fedeli: l’arte di Angela Betta Casale trova anche nella quotidianità di un ritratto un mito, la storia come cultura e tradizione popolare e mistica, realizzando dipinti che racchiudono mondi di simboli e di magie. Nella sua arte si uniscono materiali differenti, tra pittura, tessuti, carte, foglia d’oro e d’argento, in composizioni fortemente strutturate, potenti nella loro capacità evocativa. Ogni suo dipinto potrebbe essere uno scudo da guerra, un portale magico che cela mondi sconosciuti e divini o che segna la strada per universi alla Tolkien, ma al di là della suggestione pittorica e iconografica, l’arte di Angela Betta Casale colpisce per l’intensità del messaggio, ricco di simbologie, come le spirali o i cerchi, infiniti sentieri che si addentrano nell’animo dell’uomo. La sua è una splendida interpretazione tecnica e pittorica di come l’arte contemporanea possa ancora chiamarsi pittura e sperimentazione. La facile illusione di abbandonare la figurazione per un gestuale ed istintivo informale oggi non paga, anche perchè è dal disegno che si deve partire, sempre e comunque, dalla conoscenza approfondita dei materiali e dei supporti: molto meglio quindi assaporare l’ebbrezza della mitizzata libertà pittorica attraverso una figurazione dinamica, inusuale, personale e graffiante, come quella di Betta Casale. Nelle sue icone contemporanee, il volto ci osserva, ci interroga dalle tenebre di un mondo-altro, suggerendoci saggezza e speranza, affinchè la nostre vita, il nostro esistere non possa essere frantumato in mille pezzi dalla mancanza di spiritualità.

Guido Folco

Angela Betta Casale, tra illusione e introspezione.

   Illusione di vivere una realtà forse ancora da scoprire e da conoscere fino in fondo e introspezione come chiave di lettura della propria esistenza, della propria essenza, come artista e come persona.

   Gli ultimi lavori dell’autrice giocano sapientemente con lo spazio, tra geometrie raffinate come decori celti e cromie lucenti, in un continuo simbolismo spirituale e terreno.

   I suoi volti, dallo sguardo profondo, sono icone moderne di eroine quotidiane, tra mito e realtà, un pò Meduse, un pò Madonne, comunque sempre umanizzate in una metamorfosi spirituale e terrena.

   Di questa buona artista, dalla tecnica cesellata, colpisce soprattutto l’aspetto meno visivo delle composizioni, il lato che si può immaginare, quella spiritualità celata da muri invisibili di pietre antiche come decori di una chiesa gotica, di vegetali immaginati, cresciuti nella storia della mitologia e della fantasia.

   L’enigma della vita assume forme colori e i soggetti sono solo pretesti e metafore per dipingere stati d’animo e inquietudini, l’aspetto più nascosto di una personalità che indaga il mondo e il non-mondo, quella sfera di illusione che ci accompagna ogni istante, nella continua ricerca dell’Io

                                                                                  Guido Folco

                                                           Direttore ed Editore di ITALIA ARTE